Costellazioni Alchemiche

“Lo scopo ultimo è di liberarsi dalla negatività, che in realtà altro non è che la nostra voglia del nulla. E una volta che abbiamo detto di sì all’istante, l’affermazione diventa contagiosa. Esplodi in una catena di affermazioni che non conosce alcun limite. Dire sì ad un unico singolo istante equivale a dire sì all’intera esistenza”

Waking Life

Le Costellazioni Alchemiche sono la capacità di arrenderci ad un processo di trasformazione, un processo di Amore. La capacità di dissolvere e riunire in noi ciò che sentiamo dissonante o separato, di ritirare tutte le nostre proiezioni riconducendole all’unità. La capacità di riconoscere nell’amore la sostanza unica di tutte le cose e di riconoscere in ogni emozione, in ogni vissuto, in ogni persona incontrata, la chiamata del Divino che ci invita a ristabilire il Sacrum Facere nella nostra vita.

La Costellazione è un rito sacro, una porta di accesso alla nostra interiorità, a quella fucina alchemica a cui tutto deve essere ricondotto per poter essere trasformato. Un atto che ci connette all’ordine naturale delle cose: il rito qui non riguarda una pratica religiosa o magica, ma una pratica naturale. La natura ha infatti i suoi riti: il sole sorge al mattino e tramonta alla sera, la luna ha i suoi ritmi e così le stagioni, il ciclo dell’acqua, la danza degli elementi. Si può dire che il tempo, lungi dall’essere lineare, è circolare e rituale nel suo scorrere e nei suoi cambiamenti: il rito è un atto che ci riconosce nella ciclicità del tempo, nella puntualità del qui ed ora.

Per partecipare alle Costellazioni non è necessario far parte di un credo religioso, di un dogma o di una confessione specifica. È necessaria la Fede: la Costellazione Alchemica ci libera da qualsiasi separazione dogmatica. Del resto, in questo spazio, ogni immagine del divino che risuona al cuore dei partecipanti è la benvenuta e non è esclusa, bensì integrata e celebrata: tutte le religioni, con le loro immagini, riconducono all’unica sostanza, che è l’amore, l’immagine più grande a cui tutte le immagini fanno ritorno e dal quale tutte le immagini hanno origine; l’Amore è la sorgente.

Nell’incontro di Costellazioni sediamo in cerchio, tornando a quel mito delle origini in cui la tribù si riunisce per celebrare, per confrontarsi, per condividere, per scambiarsi l’un l’altro vissuti e comprensioni, di modo che l’individuo si realizzi come parte fondante della comunità e di modo che il centro del cerchio, il fuoco simbolico, sia lo spazio di offerta, di convergenza, di trasformazione e di unione di tutte le esperienze. Gli antenati, i loro vissuti, le loro emozioni, vengono onorati e riconosciuti come presenti nell’universo interiore di ogni partecipante, partecipi del suo compito di vita e della sua realizzazione. Non vengono considerati come individui oggettivi, esterni a noi, ma come forze che abitano la nostra psiche e che ci invitano a riconoscere chi siamo.

Ecco come accade: un partecipante porta una sua esperienza, un vissuto, che può riguardare qualsiasi campo della vita e dichiara il proprio intento, cosa desidera per sé. Io, nella veste di facilitatrice, in contatto intuitivo ed empatico con le forze che si muovono all’interno del tema, invito a scegliere dei rappresentanti nel cerchio. I rappresentanti, a quel punto, entrando in risonanza, portano in essere le forze interiori della psiche, del vissuto, del tema del consultante, forze che nella rappresentazione vengono evocate, così che sia possibile vedere cosa accade all’interno.

Riconoscere quello che è, così com’è, è il fondamento della trasformazione. Dandomi alla saggezza del sistema, dei movimenti dell’anima che si manifestano nel cerchio, io mi lascio condurre ed insieme conduco, da uno spazio di ricezione e fiducia assoluta. Accompagno il gruppo a sentire fino in fondo le emozioni, a lasciarle andare, a liberare il sistema nervoso, ad onorare le forze, gli avi e le storie che emergono. Accompagno a riconoscere le opportunità di evoluzione che sono insite in quelle esperienze, a darsi e a compiere il Sacrum Facere, ad offrire gli attaccamenti, le scuse, le giustificazioni. A purificarsi attraverso il fuoco di queste esperienze e a piantare nel cuore un nuovo seme, il seme di una nuova esperienza, libera nell’amore.
I rappresentanti, all’interno dell’incontro, hanno la possibilità di entrare in contatto con aspetti e vissuti della loro esperienza, di viverli fino in fondo, di trasvalutarli, di riconoscerli, per cui quello che ci scambiamo all’interno del lavoro di Costellazione è un dono vicendevole: siamo limpidi specchi l’uno per l’altro, non è un caso che ci siamo incontrati all’interno di quel cerchio, che ci siamo riuniti proprio noi, proprio qui, proprio ora.

La Costellazione Alchemica ci consente di identificare i ruoli che stiamo recitando nella nostra vita senza rendercene conto. Mostra il sogno che stiamo vivendo inconsapevolmente, mostra le forze che si muovono dentro di noi e le immagini che proiettiamo all’esterno.
Alla nascita siamo già portatori di diverse missioni: riparare ingiustizie subite o perpetrate dagli avi, riscattare perdite o rinunce, ristabilire equilibri, ripetere specifiche emozioni e rapporti in nome di legami invisibili ed obblighi di fedeltà nei confronti dei nostri antenati: il nostro progetto di vita si forma anche in base ai compiti di compensazione e di riparazione del destino familiare, che abbiamo ricevuto fin dal momento del nostro concepimento. La Costellazione, contattando l’inconscio collettivo del sistema, fa emergere queste dinamiche inconsce, che attraverso il rito abbiamo la possibilità di pacificare: il fine è la libertà, la gioia, la possibilità di non subire più le nostre esperienze, per poterne invece diventarne i co-creatori. Lo scopo è la liberazione dalla paura, dal senso di colpa; la consapevolezza che i nostri vissuti, anche quelli che consideriamo terrificanti, sono chiamate di Amore, forze che ci permettono di stare nella realtà in un modo nuovo: attraverso la Costellazione Alchemica, ritornando al tempo originario dal quale tutti i vissuti scaturiscono, pacifichiamo le immagini disturbate (quelle che in oriente vengono chiamate samskara) e uniamo la mente con il cuore.

Il mito sociale che stiamo vivendo ci insegna a rifiutare, a reprimere, a resistere; ci insegna a considerare i nostri disagi come malattie, problemi, cose da aggiustare o risolvere. Ci separa da noi stessi, dalla nostra forza, dal nostro potere, che in realtà si manifestano soprattutto all’interno dei nostri disagi. Come l’alchimista, durante la Costellazione Alchemica ci consentiamo di sentire fino in fondo tutte le emozioni, di riconoscerle ed onorarle come chiamate della natura, dello spirito, di purificarle, di morire ad esse e di mettere il seme di una nuova creazione: non “nonostante quei vissuti e quelle emozioni”, ma proprio grazie ad essi. In natura non esistono il bene e il male, il brutto o il cattivo, il giusto o lo sbagliato: non diciamo infatti che un temporale, un maremoto, un vulcano che esplode, una tigre che sbrana la preda, sono qualcosa di cattivo. Possiamo invece vedere in essi la Bellezza, il potere della natura, la sua grandezza, la sua forza che si manifesta in modo selvaggio ed autentico. Il mito sociale, separandoci dalla natura, ha creato delle aberrazioni: ciò che è giudicato in noi, ciò che è rifiutato, è stato rigettato nell’ombra, nell’inconscio, è diventato ancora più potente e distruttivo.

La Costellazione Alchemica ci conduce al di là del giudizio, al di là della morale, a riconoscere nelle emozioni che giudichiamo le chiamate dell’anima selvaggia, forze che ci indicano il cammino, che ci invitano a guardare la separazione che abbiamo dentro e che ci riportano all’unità, perché venga ristabilito l’equilibrio primevo, l’equilibrio dell’anima. Smettendo di cercare la causa al di fuori di noi, o in un altro tempo che non è il qui ed ora, riconoscendo l’origine di ogni vissuto all’interno della nostra psiche, abbiamo la possibilità di riprenderci il potere delle nostre esperienze, di riconoscerne il fine e di creare qualcosa di nuovo in sintonia con la natura della nostra anima, del nostro Daimon.

Il punto di partenza è anche il punto di arrivo: stabilendoci in una prospettiva sistemica ci riconosciamo come il frutto di una rete complessa di relazioni e non come individui separati dal tutto. Stabilendoci in una prospettiva immaginale riconosciamo le nostre esperienze, i nostri vissuti, i nostri avi, come riflessi di forze insite nella nostra psiche: ci riportiamo all’origine delle nostre esperienze e al potere di cambiare. La trasformazione che l’incontro di Costellazioni può attivare raggiunge e riguarda tutti gli strati dell’essere. E’ una trasformazione viscerale, delle nostre cellule, in cui sono tutte le memorie di questa esperienza di vita, delle precedenti, degli avi: una trasformazione del corpo fisico, del corpo emotivo, una trasformazione animica che attiva un risveglio, una rigenerazione; il nostro corpo, le nostre esperienze sono simboli, immagini, forze, frutto di relazioni che all’interno del rituale abbiamo la possibilità di riconoscere, vedere, portare alla luce e lasciar andare.

L’incontro di Costellazione Alchemica non è un lavoro di terapia; è arte: uno spazio di incontro con il Sacro, con la capacità di dire “Sì” al Mistero, di affidarci, di smettere di giudicare, controllare, misurare, per riconoscere la bellezza che è insita in ogni esperienza quando ogni esperienza diventa insegnamento, opportunità, visione. Esso attiva un processo inarrestabile, che risuona in tutto il nostro sistema, come un sasso che viene gettato nell’acqua creando onde che si espandono tutt’intorno. Il riconoscerci in un campo allargato, in una coscienza ampia, in una visione illimitata attiva in noi un atteggiamento, una forza che già sono insiti nel nostro essere e che sono disponibili in ogni frangente della nostra quotidianità, perché ogni frangente della nostra quotidianità può essere un Sacrum Facere, un darci, un onorare, un essere nel qui ed ora senza fuggire nei rimorsi del passato o nella paura del futuro, un qui ed ora che ci consente di rispondere ad ogni accadimento con un “Sì” e a fare scelte ed azioni vigili, consapevoli, frutti di una relazione profonda con l’Invisibile, con il Mistero: frutti di una relazione di Amore.

Rispetto all’amore, generalmente viviamo un grosso inganno: lo percepiamo come uno stato romantico, un’illusione che ci porta a reprimere, rifiutare, giudicare alcune emozioni che non si inseriscono nella nostra idea dell’amore; cerchiamo di cambiare alcuni sentimenti, di risolverli, ma rimaniamo imbrigliati nella lotta, nella fatica, nel rifiuto, nella separazione. Queste emozioni, questi sentimenti, nelle Costellazioni Alchemiche, li percepiamo come ruggiti di Amore, che ci chiama a intraprendere un viaggio. L’amore non ha condizioni, è selvaggio, non ha opposti, non giudica e non separa, non rifiuta.

Quando dico che all’interno della Costellazione facciamo l’amore con ogni esperienza, con ogni emozione, queste parole generano una sorta di stupore, quasi uno shock, ed insieme una sensazione di liberazione, di piacere, un: “Finalmente, sì!! Da bambino mi avevano detto che quella emozione era cattiva, era sbagliata e che per quella emozione sarei stato rifiutato, non avrei ricevuto amore. Per conformarmi la ho repressa, ed in realtà è diventata sempre più forte. Qualcosa dentro me risuona a queste parole, un piacere profondo. Finalmente posso abbracciare questa esperienza, posso amarla, posso farci l’amore, posso darle un posto nella mia vita”.

L’energia delle nostre emozioni e dei nostri vissuti non è sbagliata, può essere semmai costruttiva o distruttiva, ed io posso fare una scelta nel momento in cui accolgo ed onoro quell’emozione come una forza che è dentro me, che vuole essere riconosciuta, liberata, onorata e che può far parte della mia vita. Ciò che non è stato visto e pacificato continua a disturbare e a chiamare, perché diventi per noi una forza.

Il vero cambiamento avviene quando ci stabiliamo nell’umiltà, nello spazio dell’offerta di noi stessi. Quando ci offriamo al fuoco della trasformazione, senza manipolazione o ipocrisia, nell’autenticità. Avviene quando riconosciamo nel fondo di ogni vissuto il volto del divino e quando sappiamo ricondurre ogni vissuto alla sua sorgente.
Il mito sociale che stiamo vivendo, e che si sta sgretolando, ha registrato in noi un’immagine di Dio giudicante, lontano, che non è queste stesse esperienze della mia vita. Se invece io posso riconoscere il divino in ogni evento posso riportare tutto all’amore e riportare l’amore come fondamento di ogni cosa; posso riportare le mie creazioni, le mie scelte, i miei vissuti alla loro vera origine: la relazione d’amore con la vita, con il mistero, con il divino. Posso liberarmi dalla colpa, dalla paura, dalle giustificazioni, dal vittimismo. Le mie ferite diventano le porte, le mie cicatrici i varchi e non più cose sbagliate, da aggiustare, guarire o risolvere.

Fare l’amore, qui, significa dire “Sì”. E questo “Sì” è Fare Anima, abbandonare la mente che soppesa, misura, giudica e controlla. Dire “Sì” all’esperienza, così come essa è. Darmi, abbandonarmi, morire alle mie resistenze e rinascere a qualcosa di nuovo.

Nella Costellazione non interpretiamo, non analizziamo, non cerchiamo spiegazioni o cause ma ci rapportiamo con le forze, con le immagini, con le emozioni: lasciamo che siano esse a darci le comprensioni di cui abbiamo bisogno. Lo facciamo nella piena fiducia e nella fede.

La partecipazione alle Costellazioni non prevede alcun obbligo, se non quello di rispettare il proprio sentire. Quello che accade all’interno del lavoro è guidato e condotto dal Sacro, il facilitatore ne è il messaggero. Non c’è alcuna regola: è il campo stesso, il sistema, che suggerisce i movimenti. L’intuizione, la ricettività, la capacità di vedere dentro e di essere in relazione dinamica e creativa con il mistero è il fondamento dell’incontro, che è sempre una scoperta e che ci richiede di essere come i bambini: naturalmente propensi all’unione, alla gioia, all’abbraccio.
Naturalmente aperti alla Meraviglia: “Il Regno dei Cieli è dei bambini, dei puri di cuore”.